Zitti mai! Invito pubblico al presidio per Aldo Bianzino

Lunedi 27 alle ore 9:00 si terrà una conferenza stampa del Comitato verità e gistizia per Aldo Bianzino, di fronte al tribunale vecchio di Perugia( piazza Matteotti). Alla conferenza saranno presenti Patrizia Moretti (mamma di Federico Aldrovandi) e Lucia Uva (sorella di Giuseppe Uva). Durante la conferenza stampa sarà distribuito un dossier con i principali fatti giudiziari degli ultimi 5 anni. Distinti Saluti per scaricare il dossier clicca qui il comitato verità per Aldo.

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Com’è morto Aldo Bianzino?

Ancora un’inquietante domanda: Com’è morto Aldo Bianzino?
Nel corso delle varie udienze, che ci sono state nel processo per omissione di soccorso nei confronti di Aldo Bianzino contro la guardia carceraria Gianluca Cantoro è emersa una importante novità costituita dalle dichiarazioni rese in aula dal medico legale di parte civile,Vittorio Fineschi.
Sostanzialmente Fineschi ha detto, dopo aver analizzato i reperti che ancora restano del corpo di Aldo, in particolare il cervello ed il fegato, a suo tempo espiantati, che non c’è presenza di  aneurisma celebrale massivo, e che la lesione al fegato molto probabilmente risale ad un periodo precedente la morte.

Queste due dichiarazioni, fatte da un noto anatomopatologo di chiara fama e di riconosciuta serietà professionale, rimettono in discussione l’affermazione che Aldo sia morto per cause naturali dovute alla presenza di un aneurisma asintomatico e latente. Affermazione che è stata alla base dell’archiviazione di processo per omicidio colposo a carico di ignoti ai danni di Aldo.
Di nuovo allora: “Com’è morto Aldo Bianzino?

Rispondere con correttezza e onestà a questo interrogativo è importante se si vuole veramente accertare se ci sia stata o meno omissione di soccorso. Per questo da parte degli avvocati di parte civile: Fabio Anselmo, Massimo Zaganelli , Cinzia Corbelli, c’è stata la richiesta di una nuova perizia scientifica sui reperti del corpo di Aldo. Tra l’altro come ha ben spiegato Fineschi oggi giorno ci sono nuove tecniche d’indagine anatomopatologhe che ai tempi non c’erano e che permetterebbero di approssimare più scientificamente la realtà. Anche i famigliari di Aldo, Elia, Gioia, Aruna e Rudra, hanno presentato una petizione per sostenere la necessità e la coerenza di una nuova perizia medico-legale. Il pubblico ministero, Giuseppe Petrazzini, ha fatto opposizione a questa richiesta osservando che dal suo punto di vista, una nuova perizia non sia pertinente. A noi pare invece importante per sapere se quella notte c’è stata o meno omissione di soccorso, stabilire con sincerità e onesta come Aldo sia morto, quali le cause e le modalità del tragico evento.
Solo con un ragionamento a tutto tondo si riescono a definire i particolari delle cose.

Invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio del 27 febbraio ore 9:00, di fronte al tribunale vecchio.

Lo stato archivia, noi no.
Auguriamo buon lavoro a tutti.

http://veritaperaldo.noblogs.org

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Riguardo il processo del 23/01/2012

Diffondiamo il comunicato stampa dei figli di Aldo Bianzino in cui si denuncia l’opposizione di Pm e Avvocatura di Stato sulla richiesta di parte civile di una nuova perizia medico-legale super partes

 

Dopo che lo Stato ci ha restituiti nostro padre morto, quando viceversa stava benissimo prima del suo arresto, ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso. È incredibile che l’imputato non si è opposto alla richiesta di perizia sulla causa della morte di nostro padre. Si sono invece opposti proprio i massimi rappresentanti dello Stato, PM e l’avvocato del Ministero di Grazia e Giustizia.

Noi denunciamo che se l’imputato non teme la perizia, la temono costoro. Ci chiediamo, in tutto ciò, dove sia l’interesse pubblico e della collettività.

I figli di Aldo; Aruna, Elia e Rudra Bianzino

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Report udienza 16/01/2012

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Perugia, 16 Gennaio 2012, ore 9:00 Piazza Matteotti entrata del Tribunale. Aria gelida, sciarpe e cappelli per ripararsi dal gelo che penetra le ossa. Solito presidio organizzato dal Comitato Verità per Aldo in occasione dell’udienza del caso “Bianzino”. Non c’è molta affluenza, l’orario e la giornata lavorativa non hanno permesso a molti di partecipare, ma i presenti non demordono, stendono uno striscione che recita: “Lo stato archivia, noi no”, riassumendo il pensiero collettivo.

Il riferimento è al fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti, archiviato nel dicembre 2009, lasciando aperta un unica strada giudiziaria,quella per omissione di soccorso e falsificazione di atti d’ufficio che vede coinvolta la guardia carceraria di turno la notte del 13 ottobre (data della morte di Aldo).

L’udienza del giorno prevede che a parlare siano i medici legali, consulenti del pubblico ministero, dott. Luca Lalli (medicina legale università studi di Perugia) e Anna Aprile (medicina legale Padova). Testimonianza collegiale la loro, Aldo Bianzino è morto per un emorragia subaracnoidea, presumibilmente dovuta a un aneurisma. La lesione epatica provocata da “corrette manovre rianimatorie”. La dottoressa Aprile si dice serena nel giungere a una simile ricostruzione.

Restano dei dubbi .“In linea di massima”.

Come le ore trascorse dall’aneurisma alla morte.

Poi è la volta della difesa. L’avvocato Anselmo chiama a testimoniare un consulente di parte, professor Vittorio Fineschi, direttore del dipartimento di medicina legale dell’università di Foggia. La ricostruzione parte dalle certezze. È stata rinvenuta un emorragia subaracnoidea e una lacerazione epatica. Se le basi del ragionamento sono identiche a quelle dei colleghi, le risposte del prof. Fineschi si spostano. Non c’è la certezza dell’aneurisma, visto che ancora oggi non è stato trovato.Ammesso che sia stato un aneurisma, non è da escludere che sia di natura traumatica. Esistono traumi che pur non lasciando segni oggettivi, possono portare all’aneurisma, come l’ipotermia.

Il prof.re Fineschi introduce il concetto di probabilità, valuta le condizioni oggettive e argomenta con dati e statistiche.

Il resto è routine, i testi che seguono rispondono alle domande senza dare contributi notevoli al processo.

Perugia, ore 15e30, l’udienza è terminata. Dall’udienza odierna di fatto è emersa una contraddizione di cui difficilmente i giudici non possono tener conto.

L’appuntamento è il 23/01/2012 ore 11, giorno in cui verrà ascoltato l’imputato.

I tempi si stringono, la tensione aumenta.

Un unica certezza, la ricerca della verità non si esaurisce nelle aule di un tribunale, la ricerca della verità è memoria, e la memoria è un ingranaggio collettivo.

per ascoltare l’audio integrale dell’udinza: http://www.radioradicale.it/scheda/343631/processo-a-gianluca-cantoro-caso-bianzino

 

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DISINTOSSICHIAMOCI DAL PROIBIZIONISMO

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La proibizione delle sostanze illegali ha assunto le dimensioni di una vera e propria persecuzione di massa: dal 1991 al 2008 più di 880mila persone sottoposte a sanzioni penali e/o amministrative per semplice detenzione

Da troppo tempo si affronta la questione droghe con piglio ideologico in un paese dove ad ogni problema sociale si danno risposte penali che hanno prodotto un sistema carcerario al collasso.

Basti pensare che siamo già a 168 morti dall’inizio dell’anno di cui 59 suicidi. Questo è un bollettino di guerra: dal 1990 ad oggi sono morti dicarcere 1800 detenuti, di cui 1/3 suicidati, a dimostrazione del totale fallimento di un’istituzione totale che dovrebbe garantire il reinserimento ma che svolge solamente funzioni punitive.

In Italia viviamo l’ambivalenza della criminalizzazione e della medicalizzazione dei consumatori di sostanze stupefacenti proibite. Se la prima incide profondamente sul sovraffollamento delle carceri, la seconda avvalendosi delle “doppie diagnosi” tende sempre di più a psichiatrizzare i consumatori.

Anche la nostra città non è immune da questa deriva. Il carcere di Capanne ospita 566 detenuti a fronte di una capacità massima di 352 posti, mentre il problema droga cittadino viene declinato come mera repressione dei consumatori e contemporanea inerzia verso il narcotraffico che incrementa i propri profitti e li ripulisce sul territorio, attraverso l’edilizia e le attività commerciali.

Gli stessi direttori delle carceri individuano tre leggi liberticide da abolire immediatamente, responsabili di questo delirio repressivo: ex Cirielli sulla recidiva, Fini-Giovanardi sulle droghe, e Bossi-Fini sull’immigrazione, legge che punisce migranti per il semplice fatto di “ aver avuto la fortuna di sopravvivere a viaggi spaventosi in cerca di una chance” (Enrico Sbriglia – direttore del carcere di Trieste)

Uno stato che si occupa del benessere dei cittadini deve affrontare l’uso, anche problematico, delle sostanze con politiche di riduzione del danno e di promozione sociale e con la fine delle politiche proibizioniste. Solo questo porta alla liberazione dei saperi -resi clandestini- in grado di aumentare la consapevolezza collettiva a fronte dell’eterogeneità dei consumatori: dal manager alla casalinga, passando per l’operaio e lo studente, tutti.

Vista la pervasività del controllo in ogni aspetto della vita quotidiana: analisi delle urine sul posto di lavoro, ritiro delle patenti anche se non si guida sotto effetto di sostanze (alcuni test rilevano consumi avvenuti fino ad un mese prima), perquisizioni e condanne per spaccio per il semplice possesso di pochi grammi di sostanza, etc… ci sembra importante avviare pratiche di autodifesa personali e collettive.

2 dicembre 2011

– ore 17 Facoltà Scienze Politiche: presentazione del Manuale di autodifesa

Frenchie – Infoshock(To) Max e Elia De Caro (avvocato) Lab57(Bo).

ore 20.30 Circolo Island

10 dicembre 2011 Performance pubblica in occasione della giornata nazionale antiproibizionista.

VERSO VIENNA 2012: LA FINE DEL MONDO PROIBIZIONISTA

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”

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