Il caso Bianzino non è chiuso


Venerdi 13 aprile, il mensile Terra pubblica un articolo (firmato dal direttore Emanuele Giordana) in cui svela un particolare non trascurabile: la foto della malformazione vascolare aneurismatica origine del sanguinamento(pag.20), non è del cervello di Aldo Bianzino. (qui puoi scaricare l’articolo di terra)

Dopo la morte di Aldo,(qui puoi trovare un dossier con i fatti più importanti) il Pm Petrazzini incarica il Dott. Luca Lalli (a cui si affiancherà in un secondo momento la Dot.ssa Anna Aprile) a redigere una consulenza tecnica medico legale sulle cause della morte di Bianzino Aldo.  La relazione Lalli/Aprile si compone di 24 pagine e percorre l’intera vicenda concludendo con l’affermazione che Aldo è morto di cause naturali.

Le conclusioni a cui sono giunti i consulenti del Pubblico ministero sono state alla base dell’archiviazione del procedimento per omicidio colposo, (dicembre 2009)  che sembrava chiudere definitivamente il caso Bianzino. Morto per cause naturali, morto a seguito di un  Emorragia Sub-Aracnoidea (ESA) dovuta ad un aneurisma.

Mentre il processo per omicidio colposo viene archiviato, si apre un nuovo procedimento; quello per omissione di soccorso a carico di Gianluca Cantoro (la guardia carceraria di turno la notte in cui Aldo perse la vita, condannata 1anno e mezzo con pena sospesa). Durante il dibattimento è emersa un importante novità: l’aneurisma non è mai stato trovato dai medici legali. (qui il report dell’udienza del 16/01).

Il processo per omissione di soccorso si è concluso a Febbraio, la sentenza ha lasciato con l’amaro in bocca i figli di Aldo, ha lasciato dubbi e perplessità.

La lotta per la verità non si ferma, è necessario riaprire il caso Bianzino.

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