Benefit spese legali Comitato Verità per Aldo Bianzino

Sabato 8 marzo @ Rework

 

Pyschedelic Bloom___PsyTrance_Progressive_FullOn Party

::: IL PROIBIZIONISMO E’ UN SERIAL KILLER!!! :::

Benefit spese legali Comitato Verità per Aldo Bianzino

Mentre le verità dei tribunali sui tanti morti di stato tardano a venire, la realtà delle repressione su chi prova a chiedere Verità e Giustizia ha già prodotto l’effetto della repressione economica su singole soggettività colpevoli solo di essersi esposte a nome del Comitato.
Per questo noi rispondiamo collettivamente e ricordiamo che siamo tutt* inquisiti, tutt* terroristi, tutt* antiproibizionisti!

… Fino alla fine del mondo proibizionista e liberticida …

BALLA & R-ESISITI

Line up:

PTK :: Psynergy Tribe http://www.mixcloud.com/PsynergyTribe/
Ozm
Pieronzolo
Fra :: Farnedelik
Demø :: Farnedelik
Alf :: Farnedelik

Visuals :: Kalu Subculture

Rispetta te stesso e quello che ti circonda!!

Ingresso a sottoscrizione con tessera ARCI

Rework via manna 33 S.Andrea delle Fratte PERUGIA

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Com’è morto Aldo Bianzino?

I familiari e il Comitato “Verità per Aldo alla luce dei nuovi riscontri emersi nel recente processo per omissione di soccorso, omissione di atti di ufficio e falso in atto pubblico alla guardia carceraria Gianluca Cantoro in servizio presso la Casa circondariale di Capanne (Perugia), in cui morì Aldo Bianzino il 14 ottobre del del 2007

CHIEDONO:

venerdi 1 giugno alle ore 12 al teatro Valle di Roma

(via del Teatro Valle 23/A)

La riapertura del procedimento penale per il reato di omicidio, archiviato il 16 dicembre 2009.

 Saranno presenti:

Il padre Giuseppe e i figli Elia e Rudra Bianzino;

Il comitato “Verita’ per Aldo”;

La moglie di Aldo Bianzino: Gioia Toniolo;

Gli avvocati di parte civile;

Gli onorevoli Walter Verini e Rita Bernardini

Allegati: Dossier , osservazioni critiche sulla relazione di consulenza tecnica; relazione di consulenza tecnica:

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Respinto ricorso “caso Marcello Lonzi”, morto in carcere per infarto con 8 costole rotte e due buchi in testa!

La vergogna si è definitivamente consumata … molti ricorderanno la vicenda di Marcello Lonzi, il ragazzo morto l’11 luglio 2003 nel carcere Le Sughere a Livorno, dopo aver scontato appena quattro dei nove mesi di reclusione per una condanna per tentato furto … le cause del decesso furono attribuite ad una “aritmia cardiaca“, insomma un infarto, ma dopo anni di lotte, nel 2006 venne riesumata la salma e dagli ulteriori accertamenti si scoprì che Marcello aveva ben 8 costole rotte, 2 buchi in testa e un polso fratturato.

Nel frattempo la vicenda va avanti ma inspiegabilmente, nel 2010, viene archiviato il “caso Lonzi” tra l’incredulità della mamma, Maria Ciuffi, e dei suoi legali … oggi arriva l’ultima triste “novità”, respinto il ricorso presentato dalla mamma di Marcello, decisione che come precisa la stessa Corte è “irrevocabile” e mette definitivamente la parole “fine” sull’ennesimo OMICIDIO DI STATO … questa è la giustizia Italiana!

 

La Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo ha “dichiarato irricevibile il ricorso” presentato da Maria Ciuffi, la madre di Marcello Lonzi, il detenuto morto in carcere a Livorno l’11 luglio 2003.
Lo ha reso noto la donna che ieri a Pisa ha partecipato al corteo degli anarchici in ricordo di Franco Serantini, lo studente sardo ucciso 40 anni fa in seguito a un pestaggio subito dalla polizia.
Mi fido più degli anarchici che dei giudici”, ha detto Maria Ciuffi ricordando che suo figlio, che secondo la giustizia italiana è morto in cella a causa di un malore, “subì violente percosse in carcere al punto da provocarne il decesso”.(Il Tirreno)

Ecco come è stato ritrovato Marcello il giorno del suo decesso … aritmia cardiaca eh ….?

 

 

 

 

 

 

 

 

Tratto da: Respinto ricorso “caso Marcello Lonzi”, morto in carcere per infarto con 8 costole rotte e due buchi in testa! | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/05/15/respinto-ricorso-caso-marcello-lonzi-morto-in-carcere-per-infarto-con-8-costole-rotte-e-due-buchi-in-testa/#ixzz1vdaDyQ00

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Il caso Bianzino non è chiuso

Venerdi 13 aprile, il mensile Terra pubblica un articolo (firmato dal direttore Emanuele Giordana) in cui svela un particolare non trascurabile: la foto della malformazione vascolare aneurismatica origine del sanguinamento(pag.20), non è del cervello di Aldo Bianzino. (qui puoi scaricare l’articolo di terra)

Dopo la morte di Aldo,(qui puoi trovare un dossier con i fatti più importanti) il Pm Petrazzini incarica il Dott. Luca Lalli (a cui si affiancherà in un secondo momento la Dot.ssa Anna Aprile) a redigere una consulenza tecnica medico legale sulle cause della morte di Bianzino Aldo.  La relazione Lalli/Aprile si compone di 24 pagine e percorre l’intera vicenda concludendo con l’affermazione che Aldo è morto di cause naturali.

Le conclusioni a cui sono giunti i consulenti del Pubblico ministero sono state alla base dell’archiviazione del procedimento per omicidio colposo, (dicembre 2009)  che sembrava chiudere definitivamente il caso Bianzino. Morto per cause naturali, morto a seguito di un  Emorragia Sub-Aracnoidea (ESA) dovuta ad un aneurisma.

Mentre il processo per omicidio colposo viene archiviato, si apre un nuovo procedimento; quello per omissione di soccorso a carico di Gianluca Cantoro (la guardia carceraria di turno la notte in cui Aldo perse la vita, condannata 1anno e mezzo con pena sospesa). Durante il dibattimento è emersa un importante novità: l’aneurisma non è mai stato trovato dai medici legali. (qui il report dell’udienza del 16/01).

Il processo per omissione di soccorso si è concluso a Febbraio, la sentenza ha lasciato con l’amaro in bocca i figli di Aldo, ha lasciato dubbi e perplessità.

La lotta per la verità non si ferma, è necessario riaprire il caso Bianzino.

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La lotta per la verità non si ferma: Verità per Aldo e per tutte le morti di Stato.

Sul nuovo numero di Terra, in edicola da venerdì, un’inchiesta del mensile racconta di nuovi particolari emersi nella vicenda di Aldo Bianzino, il falegname di Pietralunga che per la procura di Perugia, che archiviò l’ipotesi di omicidio, morì per cause naturali nella prigione di Capanne nel 2007. Il giornale rivela che nelle udienze tenutesi per giudicare la guardia carceraria Gianluca Cantoro, ritenuto responsabile di omissione di soccorso, falso e omissione di atti d’ufficio e condannato a marzo a un anno e mezzo con pena sospesa, sono emerse almeno tre rilevanti evidenze che sostengono la tesi dei famigliari, secondo cui, come hanno detto al giornale, il caso andrebbe riaperto.

 

Il primo e più rilevante riguarda l’aneurisma cerebrale di cui Bianzino sarebbe morto. Tutta l’ipotesi dell’archiviazione si basava sull’esistenza di un aneurisma che venne documentato dai consulenti del pm Anna Aprile e Luca Lalli in una minuta documentazione del 2008, nella quale furono mostrate le parti smembrate del cervello di Bianzino e un’altra immagine di sezione di un cervello con, cerchiata in rosso, la «“malformazione” vascolare aneurismatica origine del sanguinamento» (come riportato nella didascalia). Ma recentemente, durante un’udienza, la dottoressa Aprile ha spiegato ai magistrati che i medici legali non avevano «…riscontrato l’aneurisma, ma abbiamo riscontrato dei vasi con delle caratteristiche alterate, che ben si correlano con l’ipotesi di una rottura, diciamo, spontanea».

 

Insomma quella immagine cerchiata in rosso era nulla più che letteratura medica. Il mensile, per la prima volta, mostra le due fotografie inedite del cervello di Bianzano indicando quale delle due si riferisce in realtà a materiale d’archivio. Il mensile aggiunge poi due altri fatti rilevanti e non tenuti evidentemente in troppo conto ma che ora acquistano una nuova valenza: le rilevazioni mediche accertarono attorno al fegato di Aldo – che appariva “strappato” dalla sua sede naturale – 280 cl di sangue, un terzo di litro, fuoriuscita dovuta – si disse – alla pressione esercitata durante la rianimazione cardiaca. Ma allora Bianzino era già morto e la rianimazione fu eseguita da personale medico professionista.

 

Non vi è inoltre di quell’intervento sul suo corpo durato almeno venti minuti, nemmeno un fotogramma dal circuito televisivo interno del carcere”

 

 

Quanto riportato da Terra rende ancora più inquietante la vicenda di Aldo Bianzino. Nel corso del processo che vedeva imputata la guardia carceraria di turno la notte che Aldo perse la vita siamo venuti a sapere che non era scontata la causa di morte.

I medici legali, sia quelli di parte che quelli del pubblico ministero Giuseppe Petrazzini, erano concordi nell’affermare che non è mai stato riscontrato l’aneurisma causa di morte. Questo fatto non è trascurabile. L’affermazione che Aldo morì a causa di un aneurisma asintomatico e latente fu determinante nell’archiviazione del procedimento per omicidio colposo a carico di ignoti.

Come comitato “Verita per Aldo” non abbiamo mai creduto che Aldo sia morto per cause naturali, la sentenza del tribunale che certifica l’omissione di soccorso per noi non è sufficiente.

Vogliamo sapere com’è morto Aldo Bianzino, vogliamo sapere perché sono state spese tante energie per depistare gli inquirenti.

La lotta per la verità non si arresta.

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