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Com’è morto Aldo Bianzino?

I familiari e il Comitato “Verità per Aldo alla luce dei nuovi riscontri emersi nel recente processo per omissione di soccorso, omissione di atti di ufficio e falso in atto pubblico alla guardia carceraria Gianluca Cantoro in servizio presso la Casa circondariale di Capanne (Perugia), in cui morì Aldo Bianzino il 14 ottobre del del 2007

CHIEDONO:

venerdi 1 giugno alle ore 12 al teatro Valle di Roma

(via del Teatro Valle 23/A)

La riapertura del procedimento penale per il reato di omicidio, archiviato il 16 dicembre 2009.

 Saranno presenti:

Il padre Giuseppe e i figli Elia e Rudra Bianzino;

Il comitato “Verita’ per Aldo”;

La moglie di Aldo Bianzino: Gioia Toniolo;

Gli avvocati di parte civile;

Gli onorevoli Walter Verini e Rita Bernardini

Allegati: Dossier , osservazioni critiche sulla relazione di consulenza tecnica; relazione di consulenza tecnica:

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Respinto ricorso “caso Marcello Lonzi”, morto in carcere per infarto con 8 costole rotte e due buchi in testa!

La vergogna si è definitivamente consumata … molti ricorderanno la vicenda di Marcello Lonzi, il ragazzo morto l’11 luglio 2003 nel carcere Le Sughere a Livorno, dopo aver scontato appena quattro dei nove mesi di reclusione per una condanna per tentato furto … le cause del decesso furono attribuite ad una “aritmia cardiaca“, insomma un infarto, ma dopo anni di lotte, nel 2006 venne riesumata la salma e dagli ulteriori accertamenti si scoprì che Marcello aveva ben 8 costole rotte, 2 buchi in testa e un polso fratturato.

Nel frattempo la vicenda va avanti ma inspiegabilmente, nel 2010, viene archiviato il “caso Lonzi” tra l’incredulità della mamma, Maria Ciuffi, e dei suoi legali … oggi arriva l’ultima triste “novità”, respinto il ricorso presentato dalla mamma di Marcello, decisione che come precisa la stessa Corte è “irrevocabile” e mette definitivamente la parole “fine” sull’ennesimo OMICIDIO DI STATO … questa è la giustizia Italiana!

 

La Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo ha “dichiarato irricevibile il ricorso” presentato da Maria Ciuffi, la madre di Marcello Lonzi, il detenuto morto in carcere a Livorno l’11 luglio 2003.
Lo ha reso noto la donna che ieri a Pisa ha partecipato al corteo degli anarchici in ricordo di Franco Serantini, lo studente sardo ucciso 40 anni fa in seguito a un pestaggio subito dalla polizia.
Mi fido più degli anarchici che dei giudici”, ha detto Maria Ciuffi ricordando che suo figlio, che secondo la giustizia italiana è morto in cella a causa di un malore, “subì violente percosse in carcere al punto da provocarne il decesso”.(Il Tirreno)

Ecco come è stato ritrovato Marcello il giorno del suo decesso … aritmia cardiaca eh ….?

 

 

 

 

 

 

 

 

Tratto da: Respinto ricorso “caso Marcello Lonzi”, morto in carcere per infarto con 8 costole rotte e due buchi in testa! | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/05/15/respinto-ricorso-caso-marcello-lonzi-morto-in-carcere-per-infarto-con-8-costole-rotte-e-due-buchi-in-testa/#ixzz1vdaDyQ00

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Il caso Bianzino non è chiuso

Venerdi 13 aprile, il mensile Terra pubblica un articolo (firmato dal direttore Emanuele Giordana) in cui svela un particolare non trascurabile: la foto della malformazione vascolare aneurismatica origine del sanguinamento(pag.20), non è del cervello di Aldo Bianzino. (qui puoi scaricare l’articolo di terra)

Dopo la morte di Aldo,(qui puoi trovare un dossier con i fatti più importanti) il Pm Petrazzini incarica il Dott. Luca Lalli (a cui si affiancherà in un secondo momento la Dot.ssa Anna Aprile) a redigere una consulenza tecnica medico legale sulle cause della morte di Bianzino Aldo.  La relazione Lalli/Aprile si compone di 24 pagine e percorre l’intera vicenda concludendo con l’affermazione che Aldo è morto di cause naturali.

Le conclusioni a cui sono giunti i consulenti del Pubblico ministero sono state alla base dell’archiviazione del procedimento per omicidio colposo, (dicembre 2009)  che sembrava chiudere definitivamente il caso Bianzino. Morto per cause naturali, morto a seguito di un  Emorragia Sub-Aracnoidea (ESA) dovuta ad un aneurisma.

Mentre il processo per omicidio colposo viene archiviato, si apre un nuovo procedimento; quello per omissione di soccorso a carico di Gianluca Cantoro (la guardia carceraria di turno la notte in cui Aldo perse la vita, condannata 1anno e mezzo con pena sospesa). Durante il dibattimento è emersa un importante novità: l’aneurisma non è mai stato trovato dai medici legali. (qui il report dell’udienza del 16/01).

Il processo per omissione di soccorso si è concluso a Febbraio, la sentenza ha lasciato con l’amaro in bocca i figli di Aldo, ha lasciato dubbi e perplessità.

La lotta per la verità non si ferma, è necessario riaprire il caso Bianzino.

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Zitti mai! Invito pubblico al presidio per Aldo Bianzino

Lunedi 27 alle ore 9:00 si terrà una conferenza stampa del Comitato verità e gistizia per Aldo Bianzino, di fronte al tribunale vecchio di Perugia( piazza Matteotti). Alla conferenza saranno presenti Patrizia Moretti (mamma di Federico Aldrovandi) e Lucia Uva (sorella di Giuseppe Uva). Durante la conferenza stampa sarà distribuito un dossier con i principali fatti giudiziari degli ultimi 5 anni. Distinti Saluti per scaricare il dossier clicca qui il comitato verità per Aldo.

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DISINTOSSICHIAMOCI DAL PROIBIZIONISMO

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La proibizione delle sostanze illegali ha assunto le dimensioni di una vera e propria persecuzione di massa: dal 1991 al 2008 più di 880mila persone sottoposte a sanzioni penali e/o amministrative per semplice detenzione

Da troppo tempo si affronta la questione droghe con piglio ideologico in un paese dove ad ogni problema sociale si danno risposte penali che hanno prodotto un sistema carcerario al collasso.

Basti pensare che siamo già a 168 morti dall’inizio dell’anno di cui 59 suicidi. Questo è un bollettino di guerra: dal 1990 ad oggi sono morti dicarcere 1800 detenuti, di cui 1/3 suicidati, a dimostrazione del totale fallimento di un’istituzione totale che dovrebbe garantire il reinserimento ma che svolge solamente funzioni punitive.

In Italia viviamo l’ambivalenza della criminalizzazione e della medicalizzazione dei consumatori di sostanze stupefacenti proibite. Se la prima incide profondamente sul sovraffollamento delle carceri, la seconda avvalendosi delle “doppie diagnosi” tende sempre di più a psichiatrizzare i consumatori.

Anche la nostra città non è immune da questa deriva. Il carcere di Capanne ospita 566 detenuti a fronte di una capacità massima di 352 posti, mentre il problema droga cittadino viene declinato come mera repressione dei consumatori e contemporanea inerzia verso il narcotraffico che incrementa i propri profitti e li ripulisce sul territorio, attraverso l’edilizia e le attività commerciali.

Gli stessi direttori delle carceri individuano tre leggi liberticide da abolire immediatamente, responsabili di questo delirio repressivo: ex Cirielli sulla recidiva, Fini-Giovanardi sulle droghe, e Bossi-Fini sull’immigrazione, legge che punisce migranti per il semplice fatto di “ aver avuto la fortuna di sopravvivere a viaggi spaventosi in cerca di una chance” (Enrico Sbriglia – direttore del carcere di Trieste)

Uno stato che si occupa del benessere dei cittadini deve affrontare l’uso, anche problematico, delle sostanze con politiche di riduzione del danno e di promozione sociale e con la fine delle politiche proibizioniste. Solo questo porta alla liberazione dei saperi -resi clandestini- in grado di aumentare la consapevolezza collettiva a fronte dell’eterogeneità dei consumatori: dal manager alla casalinga, passando per l’operaio e lo studente, tutti.

Vista la pervasività del controllo in ogni aspetto della vita quotidiana: analisi delle urine sul posto di lavoro, ritiro delle patenti anche se non si guida sotto effetto di sostanze (alcuni test rilevano consumi avvenuti fino ad un mese prima), perquisizioni e condanne per spaccio per il semplice possesso di pochi grammi di sostanza, etc… ci sembra importante avviare pratiche di autodifesa personali e collettive.

2 dicembre 2011

– ore 17 Facoltà Scienze Politiche: presentazione del Manuale di autodifesa

Frenchie – Infoshock(To) Max e Elia De Caro (avvocato) Lab57(Bo).

ore 20.30 Circolo Island

10 dicembre 2011 Performance pubblica in occasione della giornata nazionale antiproibizionista.

VERSO VIENNA 2012: LA FINE DEL MONDO PROIBIZIONISTA

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”

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