La Nazione mercoledì 17 ottobre 2007


LA MORTE IN CELLA

L’AUTOPSIA NON CHIARISCE IL GIALLO

STRETTO RISERBO SULL’ESITO DELL’ESAME

Articolo di Fabrizio Paladino su Cronaca di Città di Castello

LA STORIA: DOPO L’ARRESTO PER SPACCIO IMPROVVISO DECESSO NEL CARCERE
Resta ancora avvolta nel giallo la morte improvvisa, in una cella del carcere di Capanne di Perugia, di Aldo Bianzino, l’uomo di 44 anni arrestato venerdì mattina per coltivazione e spaccio di droga.
Ieri mattina all’Istituto di medicina legale dell’università di Perugia, ha avuto luogo l’autopsia da parte del medico legale dott. Luca Lalli (la famiglia aveva nominato un suo perito di fiducia, il dottor Patumi).
Sull’esito dell’esame vige il più stretto riserbo da parte degli inquirenti anche se resta sempre ipotizzabile il decesso a causa di un infarto al miocardio.


Nel frattempo la salma è stata restituita ai familiari per i funerali.
Anche la piccola comunità di Pietralunga è rimasta sconvolta nell’apprendere la tragica notizia.
L’uomo, insieme allasua compagna R.R. di 53 anni, al loro figlio e alla madre di lei, viveva nel casolare ristrutturato del vocabolo Le Caselle, da una decina di anni.
Originario di Vercelli,aveva un matrimonio fallito alle spalle e, insieme alla nuova donna nativa di Roma, aveva deciso di abitare in questo angolo sperduto dell’Alta Umbria.  
Acquistata la struttura ridotta quasi ad un rudere, in poco tempo questa è stata rinnovata.
Il quarantaquattrenne lavorava i terreni circostanti e si dilettava a fare il falegname in un laboratorio sotto casa.
Tutto questo fino a venerdì alle prime luci dell’alba, quando la Squadra anticriminedel commissariato di polizia di  Città di Castello, dopo settimane di appostamenti e controlli, è entrata in azione.
Effettuata la perquisizione sia domiciliare che all’esterno dell’abitazione, gli agenti hanno ritrovato e sequestrato leoltre 110 piante di cannabis (nella foto) oltre a una quindicina di involucri già confezionati di marijuana pronta per lo spaccio. Nei confronti dell’uomo e della sua compagnasono quindi scattate le manette e, dopo gli accertamenti di rito, il trasferimento al carcere perugino di Capanne a disposizione del pm Giuseppe Petrazzini che stà coordinando l’indagine. Lunedì mattina, come da prassi era inprogramma l’udienza di convalida del fermo davanti al GIP e allo stesso Petrazzini, ma nella notte tra sabato e domenica si è verificata la tragedia.
Pertanto – visto quanto accaduro –  è stato lo stesso pm a revocare subito lamisura cautelare nei confronti della signora che così, in questo momento di dolore,può stare vicina all’unico figlio della coppia, un ragazzo di 14 anni, ed organizzare i funerali dell’artigiano-agricoltore. Aldo Bianzino, come ricordano anche in paese, non aveva mai avuto problemi cardiaci e quindi, evidentemente, quanto accaduto nel fine settimana lo deve aver sconvolto fino alla morte improvvisa. L’avvocato d’ufficio che aveva avuto modo d’incontrarlo nelle ore successive all’arresto, ha detto di aver visto una persona assoutamente tranquilla econsapevole degli sviluppi che stava prendendo la vicenda. D’altra parte le accuse nei suoi confronti erano comunque gravi: i reati contestati al momento del fermo erano quelli di coltivazione e detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.

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