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Rassegna Stampa sul presidio del 18 novembre 2011

Caso Bianzino, processo rinviato a gennaio. I figli «Vogliamo che ci dicano la verità» da Umbria24

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Caso Bianzino, slitta udienza per sciopero avvocati. Comitato: torneremo per la verità da Tuttoggi.info

Comitato per Bianzino: “Abbiamo fiducia e attendiamo la verità” da La Goccia

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Episodio inquietante nello studio di un legale di parte civile

Caso Bianzino, l’ex moglie: «Picchiato». Episodio inquietante nello studio di un legale di parte civile

Rudra ha parlato del suo dolore dovuto alla perdita dei genitori

Caso Bianzino, lex moglie: «Picchiato». Episodio inquietante nello studio di un legale di parte civile  

«A quest’uomo sono stati inferti dei colpi atti a colpire organi interni, da mani esperte, senza lasciare segni o tracce esterne. Ad Aldo sono stati dati colpi al cervello e all’addome». Lo ha riferito in aula Gioia Toniolo, ex moglie di Aldo Bianzino, morto nel carcere di Capanne il 14 ottobre 2007, riferendo alla corte quanto aveva detto l’allora consulente della famiglia, il medico legale Walter Patumi che, stando a quanto riferito dalla stessa Toniolo, «partecipò all’autopsia fatta con il dottor Lalli». L’ex moglie di Aldo Bianzino, rimasta a combattere per un po’ di giustizia insieme ai figli del suo ex marito, ha anche riferito che «dieci giorni prima della sua morte Aldo stava molto bene» e «Patumi in quel momento non mi disse che c’erano contrasti con dottor Lalli», che poi depositerà una relazione in cui si afferma che la morte di Bianzino era dovuta dalla rottura di un aneurisma.

Il dolore di Rudra A riportare umanità e dolore in mezzo ai termini medici e agli agenti che a vario titolo hanno avuto contatto con la vicenda di Bianzino e che mercoledì hanno testimoniato in aula, ci ha pensato il figlio Rudra, appena diciottenne. «A me manca la mia famiglia, dopo la morte di mio padre, è venuta a mancare anche mia madre per una malattia che si è molto aggravata per lo stress. Sarete stati tutti adolescenti, immaginatevi la vostra vita a 14 anni senza una famiglia». «In 14 anni  – ha detto ancora Rudra, ora parte civile con l’avvocato Massimo Zaganelli – non ho mai visto mio padre star male in nessun modo e volevo sapere perché dopo due giorni in carcere era uscito morto. Non si pensa che possano succedere cose del genere.  Con i miei facevo una vita semplice e tranquilla, il giorno dell’arresto vennero 5 persone e fecero una perquisizione. E fuori trovarono le piantine di marijuana». Rudra, su domanda dell’avvocato Fabio Anselmo, già avvocato della famiglia Cucchi e Aldrovandi, qui nominato da Gioia Toniolo, ha provato a dire che dopo l’arresto dei suoi genitori è stato lasciato solo con la nonna 93enne nel casale in campagna in cui viveva per tre giorni.  Ma è stato bloccato. Non è pertinente alla presunta tesi dell’accusa, rappresentata in aula dal pm Giuseppe Petrazzini, di omissione di soccorso dell’imputato della polizia penitenziaria Gianluca Cantoro nei confronti del detenuto Aldo Bianzino.

L’aggressione e l’inquietante scritta Intanto un fatto che ha quanto meno risvolti inquietanti, si è verificato lunedì mattina nello studio tifernate dell’avvocato Massimo Zaganelli.  La sua segretaria è stata aggredita da un uomo che, con il volto coperto, l’ha spintonata dopo essere entrato nello studio del legale. Secondo quanto ricostruito, l’uomo stava aspettando l’arrivo di qualcuno che aprisse la porta dello studio, per entrare. E fin qui un’aggressione. La segretaria, oltre alla paura, ne avrà per cinque giorni. Inquietante è poi la scritta trovata sul muro esterno: «Bianzino stop», con due simboli che  somigliano a due croci. Volto coperto, nessun indizio. E’ intervenuta la polizia. Mercoledì pomeriggio l’avvocato Zaganelli, rappresentato in questo caso da Fabio Anselmo ha anche sporto denuncia.  Anselmo ha palato di «episodio gravissimo, inquietante, incomprensibile per il clima in cui si sta celebrando il processo». L’aggressione è avvenuta di prima mattina, in orario di apertura dello studio. Ad essere aggredita è stata la segretaria. Normalmente il primo ad arrivare a studio è l’avvocato Zaganelli.

I medici legali nella prossima udienza Nell’udienza di mercoledì avrebbero dovuto testimoniare anche i medici legali che hanno individuato nella rottura di un aneurisma la causa della morte di Bianzino. Assenti giustificati, verranno sentiti nella prossima udienza del 18 novembre. A ruota verrà fatto l’esame dell’imputato: quel Gianluca Cantoro che, difeso dagli avvocati Daniela Paccoi e Silvia Egidi, si è sempre dichiarato innocente. Come sempre anche mercoledì in aula i microfoni di Radio Radicale da cui è possibile ascoltare tutti gli audio delle precedenti udienze.

 

tratto da umbria 24

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Servizio della trasmissione “Le Iene” del 13 ottobre 2010 su Aldo Bianzino e Roberta Radici.

Servizio della trasmissione “Le Iene” del 13 ottobre 2010 su Aldo Bianzino e Roberta Radici.

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Cucchi, Aldovrandi, Giuliani le famiglie chiedono giustizia allo Stato

26 settembre 2010

Cucchi, Aldovrandi, Giuliani le famiglie chiedono giustizia allo Stato

“I nostri figli sono stati massacrati proprio da quelle persone che avrebbero dovuto difenderli”
Patrizia, Ilaria, Heidi, Giorgio, Lucia, Elia: donne e uomini di caratteri diversi, provenienze diverse, storie diverse. Tutti, però, accumunati dallo stesso sguardo, quello di chi si è visto uccidere dallo Stato un proprio caro e ora chiede giustizia. Nel quinto anniversario della morte di Federico Aldrovandi, Ferrara ha ospitato un’intera giornata dedicata alle vittime delle forze dell’ordine. “Morti per mano dello Stato che avrebbe dovuto difenderli”, sottolinea Patrizia, la mamma del ragazzo di 18 anni ucciso dai poliziotti, che adesso si deve difendere dalle querele che quegli stessi poliziotti le hanno sporto. L’idea che riunisce tutti è quella di costituire un’associazione che metta insieme le famiglie, gli avvocati “onesti”, i giornalisti “coraggiosi”, perché quello che è accaduto a Federico, Stefano Cucchi, Carlo Giuliani, Gabriele Sandri, Giuseppe Uva, Aldo Bianzino e ai tanti che ancora non hanno voce, non accada mai più. “E’ stato il coraggio di Patrizia a dare a me la forza di dire che la morte di mio fratello non era naturale – racconta Ilaria Cucchi -. Non si tratta solo di avere giustizia, se e quando arriverà, ma di far passare un messaggio: i cittadini devono essere tutelati”.
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E’ stato morto un ragazzo – Federico Aldrovandi

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