Intervento dei Subsonica sulla vicenda di Aldo Bianzino

Ringraziamo i Subsonica che hanno suonato a Perugia il 13 marzo 2008 per l’intervento fatto dal palco sulla vicenda di Aldo e per averci permesso di fare il banchetto informativo.

Un grazie anche a tutti i ragazzi che si sono avvicinati e hanno chiesto informazioni.

Qui sotto il video dell’intervento. 

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Storie di ordinaria repressione: racconti e testimonianze.

Storie di ordinaria repressione: racconti e testimonianze.
Ricostruiamo
il filo rosso della repressione che parte dai casi di Livorno (Marcello
Lonzi) e di Ferrara (Federico Aldrovandi) fino ad arrivare all’ottobre
umbro caratterizzato dalla morte in carcere di Aldo Bianzino e dallo
spettacolare arresto dei ragazzi di Spoleto.
Intervento di Roberta Radici compagna di Aldo Bianzino.

Parte 1: 


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Alcune considerazioni sul caso di Aldo Bianzino

Riceviamo e pubblichiamo: 
Alcune considerazioni sul caso di Aldo Bianzino
La vicenda è nota. Aldo Bianzino è stato arrestato il 12 ottobre 2008 e 
condotto nel carcere Le capanne di perugia. La mattina del 14 è stato 
trovato morto nella cella in cui era stato rinchiuso. Quali le cause 
della sua morte?
Ad una prima autopsia vengono riscontrate diverse lesioni "compatibili 
con l'ipotesi di omicidio" e subito si ipotizza la sua morte per 
percosse subite durante la sua breve detenzione.
Viene aperta una inchiesta. Dopo una seconda autopsia,l'asportazione del 
fegato e del cervello,la sua morte viene fatta risalire a cause 
naturali,negando di fatto l'ipotesi delle percosse.
Ma se A. fosse veramente morto per cause naturali che bisogno ci sarebbe 
stato di occultare la vista del suo corpo,steso nudo per terra,agli 
altri detenuti ponendo delle lenzuola sulle porte di tutte le altre 
celle della sezione?
Che bisogno ci sarebbe stato di sottoporre il suo corpo a due autopsie e 
all'asportazione del fegato e del cervello?
E se invece fosse vero che Aldo sia stato ammazzato di botte, dove ci 
conduce la risposta a questa domanda?
Aldo può essere stato percosso nel corso di un interrogatorio
informale di polizia ,come si dice, oppure nel corso di un banale 
diverbio con qualche agente di custodia. Tutto cio addomberebbe il 
sospetto che nelle scuole di polizia di questo paese si insegnino le 
moderne tecniche americane di conduzione degli interrogatori e di 
trattemento dei detenuti.
Allora ci sarebbe da ridire anche sul comportamento del magistrato 
inquirente ,del direttore del carcere ,del comandante degli agenti di 
custodia e dei medici legali.
La risposta afferamativa alla domanda posta ha delle rilevanze politiche 
enormi:significa che a Perugia ci sarebbero una o più persone che sono 
addestrate a picchiare scientificamente,che avrebbero ammazzato una 
persona e che rispetto a questo fatto godrebbero della impunità con la 
complicità di una parte della magistratura e dei medici legali.
Questo gruppo di assassini non si anniderebbe nelle pieghe oscure del 
territorio perugino ma starebbe al centro dell istituzioni della città.
Quello che stupisce è anche il silenzio stagnante che circonda la 
vicenda non una voce chiara ma tante ambigue risposte da parte dei 
partiti e delle amministrazioni cittadine.
Si parla di questi fatti con la più assoluta noncuranza come se si 
trattasse di un banale fatto di cronaca.
Ma come c'è il sospetto che un uomo sia stato ammazzato nel carcere.Chi 
è l'assassino?
Ci sarebbe da mettersi a gridare ai quattro venti di fronte al solo 
sospetto che all'interno delle istituzioni democratiche
ci sia una banda di assassini che agisce impunita al
di fuori dei confini della stessa legge che dovrebbe difendere.Questo è 
il nodo che sta al centro di tutta la vicenda.
Ed è un nodo politicamente rilevante.
Più terra terra sarebbe forse opportuno proporre che l'inchiesta sulle 
cause della morte di Aldo fosse affidata ad un altra procura.
Ed invece è successo che l'inchiesta sulla morte di Aldo è stata 
lasciata in mano al medesimo magistrato che ha ordinato la sua cattura 
il quale ha affidato una parte delle indagini al corpo di polizia 
penitenziaria,lo stesso corpo del quale alcuni componenti possono essere 
sospettati del pestaggio che ha causato la morte.
Al limite lo stesso magistrato che ha ordinato la cattura potrebbe 
essere sentito,come teste, nell'inchiesta sulla cause di morte. Perchè 
almeno ipotizzando a tutto campo anche la vendetta mafiosa, sarebbe 
interresante sapere come si è arrivati all'individuazione di Aldo.
Per chiarezza ed onestà istituzionale sarebbe opportuno proporre di 
cambiare procura. Parliamone.
Inoltre sarebbe necessario costruire intorno a questa vicenda il più 
ampio schieramento di opinione possibile sollecitando prese di posizione 
politiche da parte di esponenti di partiti e di rappresentanti 
istituzionali. E non si dica che non c'entra con le campagne elettorali 
perchè come si fa a sollecitare adesione al voto democratico,sopratutto 
tra i giovani, se poi le istituzioni stesse sono incapaci di ammettere i 
propri errori quando violano gli stessi principi democratici alla cui 
difesa sono preposte?

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Come i familiari di Aldo Bianzino motivano l’opposizione all’archiviazione

Riportiamo alcuni passaggi interessanti:
Dal Corriere dell'Umbria del 28/02/2008
Morto in cella. Come i familiari motivano l'opposizione all'archiviazione  -
di E.C.Bertoldi
"Ispirati unicamente dalla volontà di vedere chiariti in ogni punto, i
motivi, le dinamiche, le cause e le responsabilità che hanno condotto
"altrove" Aldo, chiediamo che l'inchiesta non sia archiviata. Lo chiediamo
per Aldo, ma non solo per Aldo. Anche per tutti coloro che dopo di lui si
troveranno a soggiornare nel carcere di Capanne". È questa la motivazine con
il quale il figlio e il fratello di Aldo Bianzino, rispettivamente Aruna
Prem e Claudio, chiedono al gip Restivo di respingere la richiesta di
archiviazione dell'inchiesta sull'omicidio iscritta contro persona ignota,
al pm Petrazzini.
...........
Fanno poi notare che anche la perizia conclusiva mette in luce una lesione
epatica, che però il pm afferma essere del tutto estranea all'evento. "Una
manovra rianimatoria talmente errata e maldestra da determinare la
lacerazione epatica avrebbe – sostengono i congiunti – comportato anche una
lesione sternale che di contro non è stata riscontrata sul corpo di Aldo".
La parte civile indica un'ipotesi: "non si vede come non possa essere stato
ipotizzato un traumatismo epatico che di conseguenza potrebbe aver
determinato la rottura dell'aneurisma (ad esempio attraverso l'induzione di
un aumento pressorio).
.........
L'indagine
La richiesta di opposizione all'archiviazione indica anche un teste che
sostiene di averlo visto uscire dalla sua cella "per ben due volte" e
"sempre per recarsi in infermeria" accompagnato da un assistente, mentre in
infermeria risulta una sola visita. Dunque risentire il teste, ascoltare un
altro teste che conferma questo particolare e individuare quale agente lo
abbia accompagnato e scoprire le visite in infermeria. Anche le telecamere
del carcere fanno vedere degli spostamenti che "non possono non essere
ritenuti importanti per l'indagine". In particolare viene indicata
l'esigenza di individuare chi fosse l'individuo in tuta mimetica alle
20.32e un altro alle
20.53. Un altro ancora alle 22.32 che si muove "con una certa fretta" e che
"gesticola".

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Audio della conferenza stampa del 25 febbraio 2008

Audio della conferenza stampa del 25 febbraio 2008, del Comitato "Verita’ per Aldo" per presentare il dossier sulla morte di Aldo Bianzino nel carcere di Capanne  .

http://noblogs.org/flash/mp3player/mp3player.swf

 

fonte: RadioRadicale  http://www.radioradicale.it/scheda/248118

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