Il comitato verità per Aldo all’inaugurazione del Minimetro
Scritto da veritaperaldo in Iniziative il 30/01/2008
Presenza del comitato e massiccio volantinaggio all’inaugurazione del Minimetro a Perugia.
Ecco il testo volantino distribuito e sotto le foto:
Verità per Aldo Bianzino!
Sono ormai passati più di tre mesi da quando Aldo Bianzino è morto nel
carcere di Capanne e da quando più di duemila persone sono scese in piazza
per chiedere verità e giustizia per una morte tanto assurda.
A casa di Aldo sono state ritrovate alcune piante di marjiuna che coltivava
per uso personale, ciò nonostante è stato trattato come un pericoloso
criminale, arrestato e portato in una cella d’isolamento nel carcere di
Capanne, dal quale non è più uscito vivo.
In un primo momento, le cause della sua morte sembrano essere piuttosto
chiare,dopo pochi giorni trapela la notizia di un omicidio avvenuto in
carcere. Dalle dichiarazioni del primo medico legale che ha fatto
l’autopsia sul corpo di Aldo emerge con chiarezza l’ipotesi di una morte
causata da percosse che avrebbero provocato ematomi al cervello,
distaccamento del fegato, lesioni alla milza e costole rotte. La notizia fa
il giro di tutti i giornali locali e subito dopo anche dei media nazionali,
l’ipotesi del pestaggio resta per diverso tempo la più accreditata.
L’attenzione dei media sul caso di Aldo Bianzino cala progressivamente,
oscurata dalla notizia dell’omicidio avvenuto a Perugia della studentessa
inglese Meredith Kercher, un evento ben più vendibile, costruito per
soddisfare la morbosità di tanti lettori. Sull’onda mediatica la risposta
delle istituzioni è sfociata in misure repressive e di ordine pubblico con
veri e propri rastrellamenti che ricordano scenari d’altri tempi, mentre è
assordante il loro silenzio sulla vicenda di Aldo.
Il caso di una morte avvenuta all’interno delle mura domestiche sembra
essere più facile da gestire rispetto a quello di una morte in carcere,
luogo simbolo della sicurezza dello Stato, sicuro da morire! verrebbe da
aggiungere.
Da questo momento in poi le indagini su quanto avventuto a Capanne prendono
un’altra direzione, si comincia a parlare di possibile morte naturale.
Si profila così un nuovo scenario, costruito ad hoc attraverso una serie
di passaggi che tendono chiaramente ad insabbiare quanto è realmente
successo tra il 13 e il 14 di Ottobre nel carcere di Capanne. Sappiamo bene
che che si tratta di una vera e propria strategia e che le ultime
fuorvianti ipotesi potrebbero portare all’archiviazione del caso. Tra pochi
giorni, verranno consegnati i risultati degli esami autoptici eseguiti sul
corpo di Aldo, e il PM Petrazzini, titolare dell’inchiesta, dovrà decidere
se aprire un processo per omicidio verso ignoti o meno.
Ora più che mai è necessario far sentire la nostra voce.
Affinchè la morte di Aldo non passi sotto silenzio!
Affinchè sia fatta luce su quanto accaduto!
Perchè di carcere non si può morire! Perchè in carcere non si deve
finire!
Comitato verità per Aldo
http://veritaperaldo.noblogs.org
FOTO:
Reggae ‘n’ rolla per Aldo
Scritto da veritaperaldo in Iniziative il 17/01/2008
Dancehall con:
DabaDub
Villa Ada Posse
One Love
Soul Roots
Benefit per Bianzino al CPA di Firenze
Scritto da veritaperaldo in Iniziative il 07/01/2008
Il 12 gennaio 2008 ci sarà una serata benefit per parlare del caso di Aldo Bianzino a Firenze presso il CPA Fi Sud.
ore 20.30: cena sociale e incontro con il comitato veritaperaldo
ore 22.30:concerto di Dome La Muerte (Garage Punk) + The Headbangers (Po Garage Punk)
L’indirizzo del Centro Popolare Autogestito Firenze Sud è Via Villamagna 27/a, Firenze
bus: 3,8,23,71,80 (fermata p.zza Gualfredotto)
Uscita autostrada Firenze Sud, svincolo v.le Europa .
Come arrivare
Rassegna stampa completa
Scritto da veritaperaldo in Materiali il 29/12/2007
Qui sopra trovate la rassegna stampa completa dal 13 ottobre al 13 novembre.
(per vedere tutta la rassegna stampa cliccare sul file "bianzino.pdf" che si trova qui sopra)
verità per Aldo: i dubbi persistono
Scritto da veritaperaldo in Materiali il 28/12/2007
Siamo qua per raccontare la storia di un uomo, un mite falegname, esile, meditativo, incensurato.
Quest’uomo era un padre, un fratello, un figlio, un compagno di vita, un pacifico, un buono, un gran lavoratore, un giovane di 44 anni che aveva ancora tanto da dare a questo mondo.
La mattina del 12 ottobre scorso una pattuglia di carabinieri ha trovato alcune piantine di marijuana nel terreno del suo casolare di campagna, coltivate per uso personale, e per questo lo ha prelevato ed affidato alle patrie galere. Ha salutato il figlio quattordicenne e la nonna novantunenne (lasciati soli nella cascina isolata tra gli appennini umbri) con la serenità che lo ha sempre contraddistinto e con la sicurezza di essere di ritorno entro pochi giorni. Nel carcere di Capanne è stato sottoposto ad una visita medica che lo ha dichiarato in perfetta salute e poi rinchiuso in una cella di isolamento, da cui e’ uscito morto due giorni piu’ tardi.
Nel frattempo non c’e’ stata un’udienza di convalida dell’arresto, non è entrato in contatto con altri detenuti, non ha contattato nessuno esterno al carere.
Cosa sia invece successo in quella cella stanno ancora provando a stabilirlo le indagini, a quasi due mesi di distanza. Le analisi autoptiche parlano di lacerazioni ed emorragie a fegato e cervello, ma di nessun segno esterno di violenza. Quello che possiamo immaginare è una violenza compiuta da un "professionista" o, nella "migliore" delle ipotesi, un’omissione di soccorso. Quello che possiamo fare è, invece, affidare le nostre speranze ad uno stato che indaga su se stesso, in cui un fatto così grave viene sovrastato da casi di cronaca più "interessanti", magari con qualche scandalo sessuale, sicuramente senza il coinvolginento di pubbliche istituzioni. Quello che possiamo sperare è che sia fatta chiarezza su questo caso, che sia resa "giustizia" e dignità ad una persona, che tragedie del genere non siano più rese possibili.
Aruna Prem Bianzino
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