Autobus per Genova
Scritto da veritaperaldo in Iniziative il 15/11/2007
Il comitato verità per Aldo Bianzino sta organizzando un autobus da Perugia per partecipare alla manifestazione di Genova del 17 novembre.
Costo: intorno ai 10 euro.
Per maggiori info: veritaperaldo@autistici.org
Alcuni video e fotografie della manifestazione
Scritto da veritaperaldo in Materiali il 12/11/2007
Dal blog del laboratorio autonomo unipg riprendiamo questo video e questa galleria fotografica sulla manifestazione del 10 novembre 2007
Info utili per arrivare al luogo di concentramento della manifestazione del 10 novembre a Perugia
Scritto da veritaperaldo in Materiali il 09/11/2007
Informazioni utili per arrivare al luogo di partenza della manifestazione.
Per chi viene in auto, uscita e45 Perugia-Prepo
e seguire il percorso segnato sulla mappa.
Contributo di Maria Ciuffi per la manifestazione del 10 nov.2007
Scritto da veritaperaldo in Materiali il 09/11/2007
Per l'occasione della vostra manifestazione voglio mandarvi un saluto, un abbraccio e soprattutto un invito a lottare senza mai fermarvi perché non si dimentichino i nostri cari e l'ingiustizia atroce che rappresentano le carceri e il modo in cui la gente ci muore. Purtroppo oggi non sono fisicamente lì con voi, ma c'è il mio cuore. Vorrei che si sentisse tutto il mio appoggio per chi protesta e si ribella e che tutta la mia rabbia sia d'aiuto a quelli che vogliono porre fine alla tirannia che rappresenta il carcere. I giornali e le televisioni parlano tanto di bullismo nelle scuole o di altre sciocchezze, ma tacciono colpevolmente sulle troppe morti oscure nelle carceri italiane. Un forte abbraccio a tutti, ma soprattutto a mamma Maura e babbo Giuseppe. Continuiamo ad andare avanti senza mollare mai. Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi
Io ho paura dell’uomo nero
Scritto da veritaperaldo in Materiali il 08/11/2007
Io ho paura dell’uomo nero, ho paura del silenzio, ho paura
dell’impunità, ho paura dell’indifferenza, dei giorni che passano senza
che si faccia nulla, dell’oblio, del tirare avanti, dell’egoismo e della
mancanza di solidarietà, della distanza che ci sta separando.
La notte tra il 13 e il 14 ottobre è stato assassinato, nel Carcere di
Capanne a Perugia, Aldo Bianzino, un uomo di 44 anni, arrestato due
giorni prima, insieme alla sua compagna Roberta, per possesso di piante
di marijuana.
Infarto dichiara il primo referto medico, secondo una prassi più che
conosciuta, ma la seconda prova medica riscontra sul corpo di Aldo gravi
contusioni al cervello, alla milza, al fegato, e diverse costole rotte.
E Aldo è morto. Come? Perchè? Chi è Stato?
L’accusa è di omissione di soccorso per i poliziotti incaricati di sorvegliare i detenuti quella notte.
Vogliamo chiarezza sui lati oscuri di questa vicenda.
Non ci basta una inchiesta aperta su un omicidio volontario contro ignoti, vogliamo che nessuna certificazione falsa e nessuna
omissione omertosa incida sulla certezza della verità.
Vogliamo che la responsabilità della morte di Aldo sia assunta colettivamente, non sia attribuita solo all’istituto penitenziario ma al suo sistema carcerario.
Il caso di Aldo è troppo simile a quello di Giuseppe Ales, Federico
Aldrovandi, Alberto Mercuriali, Marcello Lonzi, tutti figli di una sorta di "spontaneismo intollerante" che agisce violentemente contro gli stili di vita non omologanti.
Inoltre le loro e altre storie di violenze, morti e silenzi di Stato ci raccontano che nessun passo verso verità e giustizia si può fare se tutto viene delegato alle istituzioni.
E’ tempo di costituirci in comitato per la verità su Aldo, perchè non ci fidiamo di uno Stato che processa se stesso e che alla fine finisce sempre per autoassolversi o al massimo nel trovare un capro espiatorio che paghi al posto di un sistema che rende normale la violenza istituzionale e la tortura: quando la tortura non è reato il carcere uccide!
Vogliamo la verità, vogliamo che a nessun’altro succeda quello che è successo ad Aldo.
Vogliamo l’abrogazione della legge fini giovanardi.
Vogliamo vivere la nostra sicurezza, la nostra vita.
Vogliamo disinnescare le paranoia securitarie e arrestare le aggressioni proibizioniste, disattare le dinamiche di esclusione e di controllo sui corpi.
Vogliamo una municipalità altra, fatta di cittadinanze attive e partecipazione.
La sicurezza che vogliamo è sicurezza sul lavoro.
La sicurezza che vogliamo è sicurezza di avere un reddito.
Un paese che tortura chi coltiva una pianta e criminalizza gli stili di vita difficilmente può essere chiamato un paese civile.
Non vogliamo bugie, mistificazioni, insabbiamenti.
A chi chiede piu’ carcere chiediamo verità e giustizia.
Oggi Trasformiamo la nostra paura in azione.
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