La Nazione … ottobre 2007


VA CHIARITA LA MORTE DI MIO MARITO

IL DOLORE DELLA COMPAGNA DI ALDO BIANZINO, TROVATO SENZA VITA IN CELLA, L’AUTOPSIA: RISCONTRATE ALCUNE LESIONI. I PARENTI NON HANNO ANCORA VISTO IL CORPO
Di Cristina Crisci, Fabrizio Paladino su cronace Città di Castello

“Voglio chiarezza sulla morte di mio marito. Noi avevamo commesso un errore e già lo stavamo pagando: ora se c’è qualcuno che ne ha fatto uno molto più grande deve essere scoperto.”
Sono le parole di Roberta Radici, la compagna di Aldo Bianzino, pronunciate ieri di fronte a tanti amici che dal giorno della tragedia si sono stretti attorno a lei ed al figlio di 14 anni. La famiglia dell’uomo deceduto in circostanze misteriose nella casa circondariale di Capanne vuole la verità e per raggiungerla è pronta a tutto compresa una mobilitazione con il coinvolgimento delle istituzioni, a partire dal comune di Pietralunga. Una verità che, tuttavia, ancora appare abbastanza lontana. In questura è un susseguirsi di incontri.


Nonostante gli inquirenti stiano lavorando nel massimo riserbo, pare abbiano già acquisito la documentazione (sanitaria ed altro) relativa all’ingresso di Bianzino in  carcere avvenuto venerdì dopo il blitz degli agenti del del Commissariato della Polizia che avevano trovato e sequestrato nei campi intorno alla sua casa di Pietralunga, oltre 110 piantine di marijuana. Ma cosa è successo da quel momento fino alla notte fra sabato e domenica quando l’uomo è stato trovato morto sul letto della cella? Un buco da chiarire e soprattutto troppi dubbi da colmare, emersi anche dai risultati dell’autopsia eseguita dal dottor Luca Lalli, sarebbero state evidenziate lesioni massive al cervello, altre all’addome e forseun paio dicostole rotte che nonostante l’anomalia dell’assenza di ematomi o contusioni a livello esterno, aprono un fronte piuttosto inquietante. Per i familiari questi elementi sono sufficienti per chiedere e pretendere chiarezza. Così ieri mattina alcuni amici della vittima sono stati ricevuti dal sindaco di Pietralunga Luca Sborzacchi per illustrare la difficile situazione e chiedere supporto morale in questo momento. Ma c’è dell’altro. Sarebbe giàpronta una vera e propria mobilitazione di seguaci di Babaji da tutta Italia,la religioneHindù della quale i Bianzino sono praticanti.Si tratta di una comunità molto forte dove lo spirito di fratellanza, lasolidarietà reciproca e lapace sono elementi imprescindibili.Già sarebbero state contattate altre realtà nazionali pronte a muoversi ed a raggiungere l’Umbria nel nome della verità. C’è un altro elemento che accumula tensione sugli animi già provati dal dolore, di familiari ede amici: la salma di Aldo non è stata nè restituita ai suoi cari, nè nessuno ha potuto vederla. Fino a ieri serail corpo era ancora a disposizione delle autorità che non hanno rilasciato il nullaosta perl’estremo saluto. Il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini, già titolare dell’inchiesta, che ha portato la coppia in carcere, vuole fare luce su quanto accaduto a Bianzino.
Era nella sua cella, da solo, disteso sul materassino del suo letto a castello. Ma senon è stato colto da infarto, perchè questo uomo è morto?

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