ARRESTATI MARITO E MOGLIE, “AGRICOLTORI MOLTO ESPERTI” A TENUTA IN UN LUOGO ISOLATO COPERTA PIANTAGIONE DI CANNABIS OLTIVAVANO, ESSICCAVANO E VENDEVANO: UNA VERA FILIERA
Di Paolo Puletti
L’olfatto del cane Naro della guardia di finanza di Perugia, la perizia e la costanza degli agenti del commissariato della polizia di Stato di Città di Castello, hanno fatto si che una coppia di coltivatori di droga sia stata arrestata. Lei R.R., una donna di 54 anni, casalinga, lui, suo convivente, A.B., falegname di 44 anni.
Per entrambi l’accusa di spaccio e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’ordine di custodia cautelare in carcere è stato firmato dal pubblico ministero Giuseppe Petrazzini che ha seguito l’intera indagine attivata alcune settimane orsono.
Venerdì il momento giusto per fare il blitz. I componenti della squadra anticrimine del commissariato diretti dall’ispettore Maurizio Alessandrini, dopo aver avuto l’autorizzazione dal dirigente Alessandro Belsito, si sono recati in una località tra Candeggio e Pietralunga per effettuare la perquisizione domiciliare. Lì è stata scoperta una vera e propria coltivazione di cannabis, che veniva anche fatta essiccare in maniera naturale, per essere impacchettata e messa in vendita. Un vero e proprio ciclo produttivo completo. Gli agenti del commissariato tifernate pensavano che vi fosse una coltivazione importante visto il continuo via vai di auto e persone in un’area quasi sperduta, ma sono rimasti stupìti dalla quantità di mariuana trovata. All’interno dell’abitazione 15 involucri già confezionati. Per i “pacchetti” utilizzata una carta di tipo vegetale per mantenere la qualità organolettica del contenuto. C’erano 56 piante in coltivazione e altre 57 già estirpate e fatte essiccare al sole su un particolare pendio del terreno attorno a casa. In casa è stato trovato un “bongo” pieno di altra marijuana verde in fase di essiccazzione domestica.Per i due è stata una vera sorpresa trovarsi dinanzi i polizziotti tifernati. Si sentivano al sicuro, la loro casa di campagna è davvero isolata, in un pianoro molto lontano dalle strade principali di comunicazione. Avevano trovato anche un altro stratagemma per camuffare la coltivazione. La cannabis era assieme ad altre qualità arboree molto alte, in maniera tale chenon potesse essere scoperta, dato che veniva tagliata a circa duemetri di altezza. Non è stato ancora possibile dare un valore commerciale al tutto ma è facile supporre che l’intrapresa garantisse un buon incasso. Il consumo era pure domestico, infatti parte di questa marijuana veniva utilizzata dai due “figli dei fiori”, sono stati sequestrati due veri cannoncini in legno utilizzati per fumare questa sostanza. I due hanno dimostrato di essere veri esperti nella coltivazione di cannabis. Con tecnica da abili professionisti avevano trapiantato una pianta “maschio” ogni tre “femmine”, in maniera tale che la marijuana prodotta fosse della migliore qualità possibile. Tutto il materiale rinvenuto è stato messo sotto sequestro e ieri mattina nella zona interna del commissariato,dove c’è il deposito dei corpi di reato, fortissimo era l’odore di questo derivato cannabinoide. Soddisfatti dell’operazione, tutti i componenti del commissariato certi di aver stroncato un riferimento assai importante. Domani, nel carcere di Capanne dove sono stati ristretti i due conviventi, nativi del nord Italia, ma da molto tempo trasferitisi in Alta Valle del Tevere, ci sarà l’udienza di convalida dinanzi al gip e al pubblico ministero Petrazzini.
Commenti recenti