Street Parade Canapisa 2008
Il fallimento del proibizionismo è sotto gli occhi di tutti.
L’assunzione di sostanze che modificano la coscienza è un fatto che
accomuna gli esseri umani di tutti tempi, luoghi e culture. Nel corso
del tempo è stato proibito l’uso di alcune di queste sostanze, dando
vita a tutta una serie conflitti ai quali i governi hanno risposto con
sempre maggiore repressione. Nasce così il problema droga. Sono state
promulgate leggi e istituiti imponenti apparati repressivi, per
affrontare la questione a livello globale, che hanno dichiarato la
guerra alla droga. Una persecuzione infame, fatta di incursioni
militari, uccisioni, perquisizioni, fermi, arresti, blitz, lancio di
diserbanti chimici su intere popolazioni che, è bene ricordare, ha
fatto nascere un reato la’ dove non ci sono vittime, costringendo alla
clandestinità milioni di esseri umani. Mai nessuna legge ha prodotto
nella storia del genere umano una quantità tale di sofferenze.
Definibile come la terza guerra mondiale perchè combattuta su fronti
sparsi nell’intero pianeta, questa strategia planetaria conta ormai
migliaia di vittime e continua ad infliggere lacrime e sangue ad un
numero sempre maggiore di esseri umani, magari solo per aver coltivato
una pianta. Queste politiche di fatto hanno creato il mercato nero
delle sostanze illecite, un mercato totalmente libero nel quale è
possibile avere enormi profitti e, paradossalmente, nonostante i loro
continui fallimenti nel ridurre il volume dei traffici e i livelli di
consumo delle droghe, queste strategie non sono mai state messe
seriamente in discussione, anzi sono state potenziate e rafforzate
negli aspetti piu’ repressivi, arrivando ad essere la principale causa
di carcerazione mondiale.
In nome di un astratto ideale di Società
libera dalle droghe, ingenti risorse statali sono finite nella casse di
apparati repressivi creati ad ok che hanno messo in campo le loro
politiche di Tolleranza Zero ed hanno contribuito, non di certo
ostacolato, al rafforzamento delle criminalità organizzate, alla
diffusione delle sostanze stesse e dei modi piu’ rischiosi di
assumerle. In un regime proibizionista i rischi connessi al consumo di
sostanze crescono vertiginosamente e vanno ben oltre ai pericoli
connessi alla sostanza in sè: per esempio l’impossibilità di sapere la
concentrazione reale della sostanza che si crede di assumere ed il tipo
di sostanze con le quali è stata tagliata. Molti non pensano al fatto
che la merce droga sia una Merce Speciale, non una merce come tutte le
altre, perchè se un’automobile è sempre un’automobile dal produttore
fino al consumatore , una pistola è sempre una pistola, un chilo di
eroina, grazie alla magia del proibizionismo, dall’Afganistan
all’Italia diventa venti chili. Oggi, in Italia, questa ipocrita
battaglia è condotta da una delle normative mondiali piu’ dure in
materia, la legge Fini Giovanardi sulle sostanze stupefacenti, con la
quale tutte le sostanze sono state messe sullo stesso piano ed i timidi
tentativi di un’azione di riduzione dei danni, resi già difficili dalla
precedente legge in materia (legge Iervolino-Vassalli), sono stati
letteralmente travolti da un’azione repressiva totale. Le conseguenze
sono state la maggiore diffusione di sostanze pesanti e la
trasformazione di una questione culturale, politica e sociale in una
questione esclusivamente medica e penale.
Questo appello ha
l’obiettivo non solo di far riflettere su una situazione che diventa
giorno dopo giorno sempre piu’ insostenibile, a causa di un
proibizionismo che va ad alimentare, piuttosto che risolvere, le
problematiche che ufficialmente dichiara di voler contrastare, ma anche
quello di costruire una rete sociale capace di mettere in piedi un
percorso concreto, fatto di sperimentazioni pratiche, che produca un
avanzamento in materia . E’ sempre piu’ urgente un’opposizione sociale
che si organizzi e che faccia sentire le sue ragioni e la sua voce al
fine di fondare un’alternativa concreta ad un tale stato di cose.
Il superamento del proibizionismo non solo è possibile, ma è diventato
indispensabile. Crediamo fermamente che una riflessione sincera di
tutti, insieme alla sperimentazione di pratiche di riduzione del danno,
ispirate ad una cultura del consumo critico e consapevole e fondate
sull’informazione, possano concretamente superare le problematiche
attuali connesse al consumo di sostanze ed evitare tante morti,
principalmente causate dalla clandestinità in cui il proibizionismo
costringe ad agire. Non c’è mai stata questa possibilita’: ad un
rischio ipotetico proveniente da un eventuale legalizzazione, sono
stati preferiti i fallimenti concreti e tangibili della
repressione,causando immani sofferenze .
Qualcuno sta giocando
con le nostre vite e sta facendo soldi sulla nostra pelle. Se in ballo
è la nostra libertà e la nostra stessa esistenza, allora dobbiamo
essere noi a condurre le danze, dobbiamo lottare affinchè il diritto
all’autodeterminazione non rimanga lettera morta.
L’assunzione di sostanze che modificano la coscienza è un fatto che
accomuna gli esseri umani di tutti tempi, luoghi e culture. Nel corso
del tempo è stato proibito l’uso di alcune di queste sostanze, dando
vita a tutta una serie conflitti ai quali i governi hanno risposto con
sempre maggiore repressione. Nasce così il problema droga. Sono state
promulgate leggi e istituiti imponenti apparati repressivi, per
affrontare la questione a livello globale, che hanno dichiarato la
guerra alla droga. Una persecuzione infame, fatta di incursioni
militari, uccisioni, perquisizioni, fermi, arresti, blitz, lancio di
diserbanti chimici su intere popolazioni che, è bene ricordare, ha
fatto nascere un reato la’ dove non ci sono vittime, costringendo alla
clandestinità milioni di esseri umani. Mai nessuna legge ha prodotto
nella storia del genere umano una quantità tale di sofferenze.
Definibile come la terza guerra mondiale perchè combattuta su fronti
sparsi nell’intero pianeta, questa strategia planetaria conta ormai
migliaia di vittime e continua ad infliggere lacrime e sangue ad un
numero sempre maggiore di esseri umani, magari solo per aver coltivato
una pianta. Queste politiche di fatto hanno creato il mercato nero
delle sostanze illecite, un mercato totalmente libero nel quale è
possibile avere enormi profitti e, paradossalmente, nonostante i loro
continui fallimenti nel ridurre il volume dei traffici e i livelli di
consumo delle droghe, queste strategie non sono mai state messe
seriamente in discussione, anzi sono state potenziate e rafforzate
negli aspetti piu’ repressivi, arrivando ad essere la principale causa
di carcerazione mondiale.
In nome di un astratto ideale di Società
libera dalle droghe, ingenti risorse statali sono finite nella casse di
apparati repressivi creati ad ok che hanno messo in campo le loro
politiche di Tolleranza Zero ed hanno contribuito, non di certo
ostacolato, al rafforzamento delle criminalità organizzate, alla
diffusione delle sostanze stesse e dei modi piu’ rischiosi di
assumerle. In un regime proibizionista i rischi connessi al consumo di
sostanze crescono vertiginosamente e vanno ben oltre ai pericoli
connessi alla sostanza in sè: per esempio l’impossibilità di sapere la
concentrazione reale della sostanza che si crede di assumere ed il tipo
di sostanze con le quali è stata tagliata. Molti non pensano al fatto
che la merce droga sia una Merce Speciale, non una merce come tutte le
altre, perchè se un’automobile è sempre un’automobile dal produttore
fino al consumatore , una pistola è sempre una pistola, un chilo di
eroina, grazie alla magia del proibizionismo, dall’Afganistan
all’Italia diventa venti chili. Oggi, in Italia, questa ipocrita
battaglia è condotta da una delle normative mondiali piu’ dure in
materia, la legge Fini Giovanardi sulle sostanze stupefacenti, con la
quale tutte le sostanze sono state messe sullo stesso piano ed i timidi
tentativi di un’azione di riduzione dei danni, resi già difficili dalla
precedente legge in materia (legge Iervolino-Vassalli), sono stati
letteralmente travolti da un’azione repressiva totale. Le conseguenze
sono state la maggiore diffusione di sostanze pesanti e la
trasformazione di una questione culturale, politica e sociale in una
questione esclusivamente medica e penale.
Questo appello ha
l’obiettivo non solo di far riflettere su una situazione che diventa
giorno dopo giorno sempre piu’ insostenibile, a causa di un
proibizionismo che va ad alimentare, piuttosto che risolvere, le
problematiche che ufficialmente dichiara di voler contrastare, ma anche
quello di costruire una rete sociale capace di mettere in piedi un
percorso concreto, fatto di sperimentazioni pratiche, che produca un
avanzamento in materia . E’ sempre piu’ urgente un’opposizione sociale
che si organizzi e che faccia sentire le sue ragioni e la sua voce al
fine di fondare un’alternativa concreta ad un tale stato di cose.
Il superamento del proibizionismo non solo è possibile, ma è diventato
indispensabile. Crediamo fermamente che una riflessione sincera di
tutti, insieme alla sperimentazione di pratiche di riduzione del danno,
ispirate ad una cultura del consumo critico e consapevole e fondate
sull’informazione, possano concretamente superare le problematiche
attuali connesse al consumo di sostanze ed evitare tante morti,
principalmente causate dalla clandestinità in cui il proibizionismo
costringe ad agire. Non c’è mai stata questa possibilita’: ad un
rischio ipotetico proveniente da un eventuale legalizzazione, sono
stati preferiti i fallimenti concreti e tangibili della
repressione,causando immani sofferenze .
Qualcuno sta giocando
con le nostre vite e sta facendo soldi sulla nostra pelle. Se in ballo
è la nostra libertà e la nostra stessa esistenza, allora dobbiamo
essere noi a condurre le danze, dobbiamo lottare affinchè il diritto
all’autodeterminazione non rimanga lettera morta.
Nè malati, nè criminali, ma gioiosamente illegali.
Autoproduzione unica soluzione.
CANAPISA 2008 MANIFESTAZIONE
– SABATO 31 MAGGIO –
ore 17 P.zza S. Antonio,PISA
Dedicata ad Aldo Bianzino.
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canapisa@inventati.org
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Il movimento antipro lotta:
*Contro il decreto Fini che favorisce la criminalità organizzata;
*Contro la somministrazione forzata di psicofarmaci che ingrassa le farmaceutiche;
*Contro i trattamenti invasivi e devastanti come l’elettroshock;
*Per informare tutt* su rischi e proprietà delle droghe legali e illegali, al fine di sviluppare una cultura
dell’uso critico e consapevole;
dell’uso critico e consapevole;
*per creare strategie concrete di riduzione del danno;
*Per valorizzare percorsi di disintossicazione volontari ispirati a pratiche antisegregazioniste, non secondo i
principi di funzionamento di un manicomio o di un carcere, ma fondati sulla libera scelta e il rispetto della
dignità umana;
*Per avere il diritto ed ottenere l’accesso immediato all’uso terapeutico della canapa.
*Per infrangere i pregiudizi culturali ed istituzionali che giustificano terapie forzate all’origine della
discriminazione di cui sono vittime i consumatori di droghe insieme ai cosiddetti malati psichiatrici.
dignità umana;
*Per avere il diritto ed ottenere l’accesso immediato all’uso terapeutico della canapa.
*Per infrangere i pregiudizi culturali ed istituzionali che giustificano terapie forzate all’origine della
discriminazione di cui sono vittime i consumatori di droghe insieme ai cosiddetti malati psichiatrici.
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