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Abuso di potere – Video tratto da Current TV

Abuso di potere tratto da Current TV

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Riccardo Rasman, Omicidio di Stato

Omicidio di Stato

«Senta,
qui al quarto piano c’è uno che sta nudo in un monolocale e butta giù
petardi». È il 27 ottobre 2006: sono passate da poco le 8 di sera. In un
palazzone di Borgo San Sergio, quartiere popolare di Trieste, c’è
trambusto: Riccardo Rasman, un uomo di 36 anni in cura per disturbi
psichici, ha lanciato un paio di mortaretti dal balcone del suo piccolo
appartamento. Annamaria Rinaldi, moglie del portiere del caseggiato,
chiama il 113.
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Conferenza stampa sulla decisione del Tribunale di Perugia di archiviare l’inchiesta per la morte in carcere di Aldo Bianzino.

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Archiviato

Il gip Ricciarelli archivia il fascicolo per omicidio:

"Cause naturali in seguito ad aneurisma"
E’ stata archiviata dal gip del tribunale di Perugia l’inchiesta per omicidio a carico di ignoti per la morte nel carcere del capoluogo umbro, nell’ottobre di due anni fa, di Aldo Bianzino, il falegname che era stato arrestato pochi giorni prima per la coltivazione di alcune piante di canapa indiana.

Secondo il giudice, il decesso avvenne per cause naturali in seguito ad un aneurisma cerebrale.
A riportare la notizia è oggi il Corriere dell’Umbria. Il giudice ha accolto la seconda richiesta di archiviazione del fascicolo avanzata dal pm Giuseppe Petrazzini. Ad entrambe le istanze si erano invece opposti i familiari di Bianzino.

In base agli accertamenti svolti dai consulenti della procura, il giudice ha però ritenuto che la lesione riscontrata al fegato del falegname sia legata alle manovre di rianimazione dopo l’aneurisma.

Ha quindi disposto l’archiviazione del fascicolo.

tratto da umbrialeft.it

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Aldo Bianzino, una morte da non insabbiare

di Patti Cirino


«Ti sbattono in galera che sei una anima bella/diventi un corpo
inanimato in cella/Ricordo Aldo Bianzino era un falegname/Nel suo
casolare a chi faceva del male?
» (Assalti Frontali, «Mappe della
Libertà»).
Nomi.
Alberto Mercuriali, Nicola Tommasoni, Abdul Gibre, Riccardo Raisman.
Nomi ostaggio di reticenze, impunità, ipocrisie. Nomi. Stefano Cucchi,
Federico Aldrovandi, Marcello Lonzi, Aldo Bianzino. Nomi che bussano
alle porte della coscienza e della memoria collettiva. Nomi scritti su
fredde richieste d’archiviazione. Nomi rinchiusi tra le carte degli
scaffali degli uffici giudiziari. Nomi che non vogliamo dimenticare.
Nomi e storie di violenza proibizionista, indagini inquinate e
istruttorie lacunose, verità insabbiate e circostanze anomale da
approfondire, diritti negati e informazione tagliata. Storie imbastite
di retorica securitaria, di proclami di guerra ai consumatori, di
tolleranza zero. Storie di stato in attesa di veder chiariti, in ogni
punto, i motivi, le dinamiche, le cause e le responsabilità di queste
morti misteriose. Storie in attesa di verità e giustizia. Prosegui la lettura »

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